Alzheimer e Benzodiazepine una Negativa Correlazione

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Alzheimer e Benzodiazepine
 

Alzheimer e Benzodiazepine una Negativa Correlazione
 
 

La correlazione negativa tra Alzheimer e Benzodiazepine arriva da uno studio francese pubblicato nell’ultimo numero del British Medical Journal. L’uso regolare di Benzodiazepine per un periodo superiore a tre mesi aumenta notevolmente il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.

 
 
Cosa sono le Benzodiazepine?
Le benzodiazepine sono una classe di farmaci psicotropi, vale a dire, che agiscono sul sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale). Funzionano modificando alcuni processi chimici naturali (fisiologici). Portano a cambiamenti di coscienza, umore, percezione e comportamento.

Provocano, inoltre, un effetto ansiolitico (contro l’ansia), miorilassante (rilassante muscolare), ipnotico (induce il sonno), antiepilettico (contro l’epilessia) e amnesico (causando problemi di memoria).Tra i principi attivi e i nomi commerciali citiamo Alprazolam, Bromazepam , Bromiden, Diazepam, Valium e Xanax
Questi farmaci sono comunemente utilizzati per il trattamento di disturbi come ansia, spasmi, insonnia, convulsioni, o agitazione durante l’astinenza da alcol.
E’ noto da molti anni che l’uso di benzodiazepine per oltre un mese porta ad assuefazione (necessità di dosi maggiori per ottenere lo stesso effetto). Porta anche a dipendenza (difficoltà o impossibilità di interromperne l’assunzione), e la sospensione può causare sintomi di astinenza (recidiva dei sintomi, più tipicamente la potenziale caduta della pressione arteriosa, allucinazioni, psicosi, allucinazioni, convulsioni, malessere).
Lo studio di Sophie Billioti Gagee, colleghi dell’istituto INSERM, dimostra come le benzodiazepine aumentino significativamente il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. La più nota malattia neurodegenerativa, che in Italia colpisce centinaia di migliaia di persone ogni anno.
 
 

Lo Studio Inserm
Lo studio ha preso in considerazione quasi 9.000 persone di età superiore a 66 anni. Seguiti per 6-10 anni, dimostrando come l’assunzione giornaliera di psicofarmaci per diversi mesi aumenti il rischio di sviluppare una malattia neurodegenerativa :
– una volta al giorno per 3 – 6 mesi aumenta il rischio di malattia di Alzheimer del 30%
– una volta al giorno per più di sei mesi aumenta il rischio di Alzheimer del 60-80%.
La Francia detiene il triste record di campione del mondo nel consumo di sostanze psicotrope (nel 2012, quasi 12 milioni di transalpini ne avrebbero fatto uso almeno una volta). In particolare, le
benzodiazepine sono spesso prescritte per trattare stress, ansia e disturbi del sonno: tutti sintomi che possono essere curati con metodi alternativi (fitoterapia, omeopatia, agopuntura).
Inoltre, l’approccio farmacologico “cancella” i sintomi ma non risolve il problema. Sicché questi sintomi tendono a ripresentarsi dopo l’interruzione del trattamento. Questo porta spesso a prolungare la cura oltre le raccomandazioni delle autorità sanitarie (non più di 12 settimane): molti pazienti continuano ad assumerne per anni.
I pazienti, nel frattempo, devono essere consapevoli dei rischi connessi con tali trattamenti prolungati e cercare metodi di cura alternativi.

Fonte: www.ccdu.org/comunicati/confermato-legame-benzodiazepine-alzheimer

 
 
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