Cannabis Sativa: Effetto Terapeutico o Dipendenza?

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Cannabis Sativa: Effetto Terapeutico o Dipendenza
 
Cannabis Sativa: Effetto Terapeutico o Dipendenza?
 
 

Cannabis Sativa: Effetto Terapeutico o Dipendenza? Un conto è assumere la Cannabis ad uso terapeutico per sindromi gravi e sotto controllo medico.. un conto è “farsi le canne” per rilassarsi e staccare.

La Cannabis, anche se non intossica fegato e reni, come alcol, psicofarmaci, tranquillanti e antidolorifici, è una sostanza vegetale psicotropa, molto attiva sul sistema neurovegetativo, crea forte dipendenza, similmente all’alcol, inibisce alcune facoltà cognitive.
Ovvio .. altrimenti non avrebbe nessun effetto curativo come antispasmodico e analgesico.
 
 
Non c’era bisogno di studi scientifici per sapere che la Cannabis altera determinate funzioni cognitive, poichè, vista la diffusione a tappeto del vegetale psicotropo, un po’ tutti ne hanno fatto esperienza diretta o indiretta.
La Cannabis Sativa favorisce emozioni negative come paure e angosce, senso di vittimismo, ansia e depressione.
Lo sanno in tanti, sia chi si fa le canne e sia chi non se le fa..

In ogni caso questi gli studi:
 
 
La Marijuana è una miscela di foglie, semi, gambi e fiori di Cannabis Sativa: è la droga illegale più utilizzata in Europa e negli Stati Uniti. Dalla resina della stessa pianta si ricava l’hashish. Il principio attivo nella marijuana e nell’hashish è il THC: quando viene fumato passa rapidamente dai polmoni al resto del corpo, cervello compreso, attraverso il flusso sanguigno.

COME AGISCE SUL CERVELLO
Il principio attivo della marijuana, il THC, si lega a neuroni specifici chiamati recettori dei cannabinoidi, che regolano il movimento, la coordinazione motoria, la memoria e altre funzioni cognitive complesse.
Come la maggior parte delle droghe, quando “entra in circolo” produce euforia e benessere perché stimola il rilascio di dopamina. Colori e suoni sembrano più intensi, il tempo sembra passare più lentamente e, a volte, il tutto si accompagna con fame e sete. Passata la fase dell’euforia possono manifestarsi ansia, paura, diffidenza nei confronti degli altri e panico. Il THC si lega inoltre ad alcuni recettori del cervelletto che regolano la coordinazione motoria, l’equilibrio, la postura e il movimento.

 
 
Canna al volante…
Uno studio condotto nel 2001 su 907 neozelandesi tra i 18 e 21 anni, pubblicato dal Centro Europeo per il Monitoraggio delle Droghe e disponibile online (in inglese) ha rilevato una significativa correlazione statistica tra l’uso di cannabis e il rischio di incidenti stradali: chi si è fatto più di 50 canne in un anno, praticamente una a weekend, ha provocato il 60% di incidenti in più rispetto ai non utilizzatori.
 
 
NON MI RICORDO
L’uso abituale di hashish o marijuana accelera la perdita di neuroni nell’ippocampo, l’area del cervello responsabile della memoria a breve termine, velocizzando ciò che accade nel normale processo di invecchiamento (è comune, negli anziani, ricordare fatti molto lontani nel tempo ma non ciò che hanno mangiato il giorno prima, per esempio). Esperimenti condotti sui ratti hanno evidenziato come la somministrazione quotidiana di THC per 8 mesi abbia prodotto una perdita di cellule nervose equivalente a quella di animali con il doppio della loro età.
 
 
PEGGIO DEL TABACCO
Gli effetti di un joint (lo spinello) durano dalle 2 alle 3 ore: subito dopo l’inalazione del fumo il cuore accelera dai 70/80 battiti normali fino a 100/130 e più, gli occhi si arrossano per la dilatazione dei vasi sanguigni e le vie bronchiali si rilassano. Oltre agli effetti neurologici, fumare marijuana provoca al fisico più danni del consumo di tabacco: ai classici sintomi correlati all’inalazione di fumo in generale (irritazione della gola, tosse, predisposizione a malattie respiratorie e infezioni polmonari) aumenta la percentuale di rischio di cancro ai polmoni e del tratto respiratorio, perché il fumo di marijuana contiene dal 50 al 70% in più di idrocarburi cancerogeni rispetto a quello di tabacco.
 
 

BIOLOGICAL PSYCHIATRY: STUDIO CONFERMA IL RISCHIO PSICOSI DOVUTO ALLA CANNABIS
Cannabis tabacco22-01-2018

Biological Psychiatry: studio conferma il rischio psicosi dovuto alla cannabis
CANNABIS SOTTO ACCUSA: L’ABUSO DÀ GRAVI PROBLEMI DI SALUTE MENTALE VIDEO
UNO STUDIO AMERICANO DIMOSTRA CHE QUESTA DROGA STIMOLA LE REGIONI DEL CERVELLO ASSOCIATE ALLA PSICOSI SOPRATTUTTO TRA GLI ADOLESCENTI.
E. D. Bella
M. Fenris

L’uso della #cannabis può causare seri problemi di #Salute Mentale secondo un nuovo studio pubblicato su Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging. Molti consigliano la cannabis per le sue presunte proprietà curative, ma da sempre altri studi mettono in guardia dai pericoli del suo utilizzo. I risultati che arrivano dagli studi ricercatori dell’Istituto nazionale per l’alcolismo e l’abuso di alcolici a Bethesda, nel Maryland, illustrati dalla rivista Biological Psychiatry rivelano potenziali effetti negativi a lungo termine sulla funzione e sul comportamento del cervello a causa dell’uso di cannabis.

UN PERICOLO PER GLI ADOLESCENTI PERCHÈ IL LORO CERVELLO È ANCORA IN FORMAZIONE
In particolare, gli studi clinici condotti nel cervello degli utenti sottoposti dai ricercatori ai test, hanno dimostrato che la cannabis “stimola” le regioni del cervello associate alla psicosi, che possono causare una grave depressione.

Ciò accade soprattutto alla persone che fanno uso eccessivo di cannabis [VIDEO]e negli adolescenti perché il loro cervello in questo periodo della vita è in formazione e continua a crescere. In questo momento dello sviluppo, la cannabis perturba il normale sviluppo del sistema mesolimbico (la via cerebrale che controlla il comportamento e in modo particolare produce delirio ed allucinazioni quando è iperattiva), che si ritiene contribuisca alla psicopatologia. I test hanno appurato che chi abusa con la cannbis ha una connettività anormalmente elevata nelle regioni del cervello importanti per l’elaborazione della ricompensa e la formazione dell’abitudine. Le alterazioni, hanno rilevato gli studiosi che hanno condotto la ricerca, sono più profonde nelle persone che hanno iniziato a usare la cannabis in giovane età.

CHI ECCEDE CON LA CANNABIS PENSA CHE GLI ALTRI VOGLIANO FARGLI DEL MALE
Gli scienziati americani hanno concluso che le persone abituate ad usare la marijuana [VIDEO] sono più inclini a ritenere che gli altri vogliono ferirle o ingannarle. Ciò accade perché sono più propensi a provare varie emozioni negative, in particolare sentono un forte senso di estraneità, l’alienazione dagli altri, il senso cioè di rifiuto. Tutti sentimenti e angosce, specie quelli legato all’alienazione, intensamente rilevati in aumento dalla ricerca. Risultano aumentati nel tono nelle persone con dipendenza da cannabis.Il progetto, denominato Human Connectome, è stato condotto per alcuni anni su un campione di 441 giovani e adulti. Questi risultati suggeriscono che l’abuso cronico di cannabis è associato a cambiamenti nella funzione del cervello a riposo e sono anche critici per la formazione dell’abitudine e l’elaborazione della ricompensa. Gettano nuova luce sulle differenze neurobiologiche che possono essere rilevanti per la psicopatologia associata all’uso di cannabis.

L’articolo è “Iperconnettività funzionale subcorticale locale nella dipendenza da cannabis”, di Peter Manza, Dardo Tomasi e Nora D. Volkow ( https://dx.doi.org/10.1016/j.bpsc.2017.11.004 ). Appare in Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging , pubblicato da Elsevier .

(…omissis…)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://it.blastingnews.com/salute/2018/01/cannabis-sotto-accusa-labuso-da-gravi-problemi-di-salute-mentale-002305919.html

FONTE: (Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)

 
 

Grazia Foti

 
 
Ambiente Olistico staff
 
 

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