Pensiero Unico e Asilo Nido

Inserito in Scuola di Nuova Generazione

Pensiero Unico

 
Pensiero Unico e Asilo Nido
 
 

Negli ultimi decenni si è fatto sempre più strada l’addestramento al Pensiero Unico che inizia a prendere una netta consistenza, già in Asilo Nido. Il Pensiero Unico è una forma di dittatura culturale particolarmente subdola, nella quale la gente comune si trova incastrata senza nemmeno esserne consapevole.

Mentre da un lato stiamo oggi assistendo ad un desiderio e ad una volontà sociale, di creare individui svegli ed autonomi (si moltiplicano corsi di risveglio) e non più sottoposti alle leggi del “branco”.. in maniera subdola il “sistema” cerca di ripristinare l’accentramento di potere cercando di coltivare il Pensiero Unico, iniziando ad agire sulle menti dei bambini molto piccoli per poterli plasmare fin dalla nascita.
L’Asilo Nido è un luogo per il corpo, dove si impostano le menti, dove viene strappata al bambino la propria individualità.

Il Pensiero Unico è una sorta di incantesimo a misura d’uomo, che ti fa credere che ci sia un solo modo di vivere che uniforma tutti e al quale non si possa sfuggire.

Il Pensiero Unico che viene utilizzato come metodo di sviluppo scolastico già dall’Asilo Nido, è la chiave di accesso alla psico-prigione che incastra l’uomo dormiente, facendogli credere di essere libero e di scegliere come vivere.

 
 

Paola Liberace giornalista autrice del libro “Contro gli Asili Nido” scrive:
“L’ Asilo Nido è offerto culturalmente e politicamente come la salvezza, la sicurezza, la modernità e soprattutto come garanzia della non diminuita produttività di una madre, camuffata anche da realizzazione personale.
Come nella Germania dell’est pre 1989: fitta rete di Asili Nido aperti dodici ore al giorno e anche il sabato, se serve, così la signora lavoratrice con figlio di tre mesi può fare programmi di formazione nel fine settimana.
Quella non era democrazia, è Pensiero Unico: fare i figli e mollarli in fasce per chiuderci dieci ore in ufficio e dimostrare quanto siamo libere, disponibili, capaci e disinvolte.
Non ci sono alternative, non mancano tanto gli Asili Nido, quanto invece la libertà di scelta: telelavoro, part time, job sharing, banca del tempo, cose fattibili ma culturalmente lontane.
Siamo sommersi di blackberry, iPhone, computer, modem, chat, webcam, qualunque tipo di nuova geniale stronzata: possibile che dobbiamo ancora andare in ufficio come Fantozzi. Incolonnate nel traffico dopo aver svegliato all’alba il bambino per depositarlo al nido. Un bambino raffreddato, pieno di catarro e incapace di spiegarci che la socializzazione a sette mesi non gli interessa, che lui vuole stare in casa a rotolarsi, che vuole la mamma?
A quindici anni vorrà ucciderci, ma adesso per lui siamo degli idoli assoluti e questo non ricapiterà più.
Paola Liberace ha studiato tutto nel dettaglio, presenta cifre, percentuali, leggi (e purtroppo anche studi sulla sofferenza dei bambini allontanati troppo presto e troppo a lungo dai genitori – soprattutto dalla madre, tanto per non sentirci in colpa): cambiare si può, offrire alternative aziendali è possibile e non costa nemmeno molto di più che riempire ogni palazzo di asili nido aperti ventiquattr’ore al giorno. Dare alle madri la possibilità di scegliere come crescere i propri figli, magari offrire un’alternativa all’affaticata signorina del nido o alla tata colf vice madre ricattatrice…”
… e liberaci dal Pensiero Unico. Amen

 
 

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